Se dovrai attraversare il deserto, non temere, Io sarò con te.
Se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà.
Seguirai la mia luce nella notte, sentirai la mia forza nel cammino,

io sono il tuo Dio, Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato, ti ho chiamato per nome.
Io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori,

Io sarò con te dovunque andrai.

Vangelo del giorno 21 Maggio 2013

Salmi 37(36),3-4.18-19.27-28.39-40.
Confida nel Signore e fà il bene; abita la terra e vivi con fede.
Cerca la gioia del Signore, esaudirà i desideri del tuo cuore.
Conosce il Signore la vita dei buoni, la loro eredità durerà per sempre.
Non saranno confusi nel tempo della sventura e nei giorni della fame saranno saziati.

Stà lontano dal male e fà il bene, e avrai sempre una casa.
Perché il Signore ama la giustizia e non abbandona i suoi fedeli; gli empi saranno distrutti per sempre e la loro stirpe sarà sterminata.
La salvezza dei giusti viene dal Signore,
nel tempo dell'angoscia è loro difesa;

il Signore viene in loro aiuto e li scampa,
li libera dagli empi e dà loro salvezza,
perché in lui si sono rifugiati.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 9,30-37.
Partiti di là, attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse.
Istruiva infatti i suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre giorni, risusciterà».
Essi però non comprendevano queste parole e avevano timore di chiedergli spiegazioni.
Giunsero intanto a Cafarnao. E quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo lungo la via?».
Ed essi tacevano. Per la via infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande.
Allora, sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuol essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo e abbracciandolo disse loro:
«Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

Meditazione del giorno
Sant'Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Nord Africa) e dottore della Chiesa
Discorso per l'ordinazione di un vescovo, 340°, Guelferbytanus n°32 ; PLS 2, 637 (Nuova Biblioteca Agostiniana- riv.)
 
Il vescovo, come ogni cristiano, servo di tutti
    Per prima cosa chi presiede il popolo deve comprendere che è servo di molti. E non rifugga da questo servizio..., poiché il Signore dei signori non ha disdegnato di essere nostro servo.

    Dal fondo impuro, proprio dell'uomo carnale, era venuta insinuandosi nei discepoli del Signore nostro Gesù Cristo, i nostri Apostoli, una certa smania di grandezza, la cui torbida esalazione aveva cominciato ad affumicare i loro occhi. Infatti, come abbiamo trovato scritto nel Vangelo, sorse tra loro una discussione: chi di essi fosse il più grande (Lc 22,24). Ma il Signore, intervenendo da medico, sgonfiò il loro turgore. ... Volle mettere in risalto l'umiltà in un fanciullo... D'altra parte grave malizia è la superbia, anzi, la malizia primitiva, il principio, la scaturigine, la causa di tutti i peccati...

    Pertanto, l'apostolo Paolo raccomanda l'umiltà, fra le altre virtù dei responsabili della Chiesa (cfr 1Tim 3,6)... Quando il Signore parla agli apostoli per confermarli nell'umiltà, propone loro l'esempio di un bambino dicendo: “Colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo” (Mt 20,26)... Come vescovo parlo e ciò a cui vi esorto è per me stesso motivo di timore... Cristo è venuto “non per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti” (Mc 10,45). Ecco come il Signore ha servito: ecco quali servi vuole che noi siamo. Ha dato la sua vita in riscatto per molti: ci ha redenti. Chi di noi è capace di redimere qualcuno? Proprio dal sangue di lui, dalla morte di lui siamo stati riscattati dalla morte; dall'umiltà di lui, noi, prostrati a terra, siamo stati riportati in posizione eretta; anche noi, però, dobbiamo portare il nostro limitatissimo contributo alle membra di lui, poiché siamo diventati membra di lui: egli il Capo, noi il Corpo (Ef 1,22). L'apostolo Giovanni... ci esorta ad imitarlo: “Cristo ha dato la sua vita per noi, quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli” (1Gv 3,16).


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