Se dovrai attraversare il deserto, non temere, Io sarò con te.
Se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà.
Seguirai la mia luce nella notte, sentirai la mia forza nel cammino,

io sono il tuo Dio, Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato, ti ho chiamato per nome.
Io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori,

Io sarò con te dovunque andrai.

Vangelo del 12 Marzo 2013

Salmi 46(45),2-3.5-6.8-9.
Dio è per noi rifugio e forza,
aiuto sempre vicino nelle angosce.
Perciò non temiamo se trema la terra,
se crollano i monti nel fondo del mare.

Un fiume e i suoi ruscelli rallegrano la città di Dio,
la santa dimora dell'Altissimo.
Dio sta in essa: non potrà vacillare;
la soccorrerà Dio, prima del mattino.

Il Signore degli eserciti è con noi,
nostro rifugio è il Dio di Giacobbe.
Venite, vedete le opere del Signore,
egli ha fatto portenti sulla terra.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 5,1-16. 
Vi fu poi una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
V'è a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, una piscina, chiamata in ebraico Betzaetà, con cinque portici,
sotto i quali giaceva un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.
Un angelo infatti in certi momenti discendeva nella piscina e agitava l'acqua; il primo ad entrarvi dopo l'agitazione dell'acqua guariva da qualsiasi malattia fosse affetto.
Si trovava là un uomo che da trentotto anni era malato.
Gesù vedendolo disteso e, sapendo che da molto tempo stava così, gli disse: «Vuoi guarire?».
Gli rispose il malato: «Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l'acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, qualche altro scende prima di me».
Gesù gli disse: «Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina».
E sull'istante quell'uomo guarì e, preso il suo lettuccio, cominciò a camminare. Quel giorno però era un sabato.
Dissero dunque i Giudei all'uomo guarito: «E' sabato e non ti è lecito prender su il tuo lettuccio».
Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: Prendi il tuo lettuccio e cammina».
Gli chiesero allora: «Chi è stato a dirti: Prendi il tuo lettuccio e cammina?».
Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato, essendoci folla in quel luogo.
Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio».
Quell'uomo se ne andò e disse ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo.
Per questo i Giudei cominciarono a perseguitare Gesù, perché faceva tali cose di sabato.
Meditazione del giorno 
Giovanni Taulero (circa 1300-1361), domenicano a Strasburgo 
Omelia 8, per il primo venerdì di quaresima

"Vuoi guarire?"

Questa piscina... rappresenta la persona di nostro Signor Gesù Cristo, così degno d'amore, e l'acqua che si muove in questa piscina è il sangue benedetto del Figlio di Dio così amato, Dio e uomo, che ci ha tutti lavati col suo sangue prezioso e che, per amore, vuole lavare tutti coloro che vengono a lui semplicemente (1Pt 1,19; Ap 7,14)... I malati possono essere il simbolo degli uomini presi dall'orgoglio; dall'ira, dall'odio, dall'avarizia, dalla lussuria, cosa che ci fa capire che tutti i malati di questo tipo, che possono lavarsi nel sangue di Cristo, saranno completamente guariti, se però decidono di scendere in questa acqua. I cinque portici della piscina possono rappresentare, in un certo senso, le cinque sacre piaghe di nostro Signore, per le quali e nelle quali tutti siamo stati salvati...

Sotto i portici della piscina stavano molti malati, e quello che riusciva a entrare nella piscina, subito dopo che l'acqua si agitava, era completamente guarito. Che significano questa agitazione e questo contatto se non che lo Spirito Santo scende dall'alto nell'uomo e viene a toccarne l'interiorità dove provoca un grande “movimento”, così che l'interiorità di quest'uomo è veramente trasformata e completamente cambiata? Egli non gusta più le cose che prima gli piacevano; e ciò che gli faceva paura ora è la sua gioia. Il disprezzo, la povertà esteriore ed interiore, la rinuncia, la vita interiore, l'umiltà, il distacco da tutte le cose create: ecco la sua più grande felicità ora. Quando si verifica questo contatto, il malato, cioè l'uomo esteriore, entra interamente e fino in fondo nella piscina e si lava nel Cristo, nel suo sangue preziosissimo e, in virtù del contatto, è certamente guarito, come infatti è scritto ancora: “E quanti lo toccavano guarivano” (Mt 14,36).


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