Se dovrai attraversare il deserto, non temere, Io sarò con te.
Se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà.
Seguirai la mia luce nella notte, sentirai la mia forza nel cammino,

io sono il tuo Dio, Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato, ti ho chiamato per nome.
Io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori,

Io sarò con te dovunque andrai.

Vangelo del 28 Febbraio 2013

Salmi 1,1-2.3.4.6. 
Beato l'uomo che non segue il consiglio degli empi,
non indugia nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli stolti;
ma si compiace della legge del Signore,
la sua legge medita giorno e notte.

Sarà come albero piantato lungo corsi d'acqua,
che darà frutto a suo tempo
e le sue foglie non cadranno mai;
riusciranno tutte le sue opere.

Non così, non così gli empi:
ma come pula che il vento disperde.
Il Signore veglia sul cammino dei giusti,
ma la via degli empi andrà in rovina.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 16,19-31. 
C'era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente.
Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe,
bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto.
Stando nell'inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui.
Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura.
Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti.
Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi.
E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre,
perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento.
Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro.
E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno.
Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi».
Meditazione del giorno 
Isacco di Siria (VII secolo), monaco nella regione di Mossul, santo delle Chiese ortodosse 
Discorsi ascetici, prima parte, 84

« Questa fiamma mi tortura »

Per parte mia, ritengo che coloro che sono in inferno sono tormentati dai colpi dell'amore. Cosa c'è infatti di più amaro e più violento dei tormenti dell'amore ? Coloro che sanno di aver peccato contro l'amore, portano in sé una condanna ben più grande di tutti i castighi più temuti. La sofferenza suscitata nel cuore dal peccato contro l'amore è più lacerante di ogni altro tormento.

È assurdo pensare che i peccatori in inferno sono privati dell'amore di Dio. L'amore è figlio della conoscenza della verità, la quale, stando a quel che tutti dicono, viene data senza riserve. Con la sua stessa potenza, l'amore agisce in due modi. Tormenta i peccatori, come succede quaggiù ad un amico di tormentare il suo amico. E rallegra in lui coloro che hanno custodito quello che occorreva. Questo è, secondo me, il tormento dell'inferno : il rammarico. Lassù invece, le anime sono nell'ebbrezza delle delizie.



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