Se dovrai attraversare il deserto, non temere, Io sarò con te.
Se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà.
Seguirai la mia luce nella notte, sentirai la mia forza nel cammino,

io sono il tuo Dio, Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato, ti ho chiamato per nome.
Io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori,

Io sarò con te dovunque andrai.

Vangelo del giorno 24 Gennaio 2013

Salmi 40(39),7-8a.8b-9.10.17. 
Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto.
Non hai chiesto olocausto e vittima per la colpa.
Allora ho detto: "Ecco, io vengo.

Sul rotolo del libro di me è scritto,
che io faccia il tuo volere.
Mio Dio, questo io desidero,
la tua legge è nel profondo del mio cuore".

Ho annunziato la tua giustizia nella grande assemblea;
vedi, non tengo chiuse le labbra, Signore, tu lo sai.
Esultino e gioiscano in te quanti ti cercano, dicano sempre: "Il Signore è grande" quelli che bramano la tua salvezza.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 3,7-12. 
Gesù intanto si ritirò presso il mare con i suoi discepoli e lo seguì molta folla dalla Galilea.
Dalla Giudea e da Gerusalemme e dall'Idumea e dalla Transgiordania e dalle parti di Tiro e Sidone una gran folla, sentendo ciò che faceva, si recò da lui.
Allora egli pregò i suoi discepoli che gli mettessero a disposizione una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero.
Infatti ne aveva guariti molti, così che quanti avevano qualche male gli si gettavano addosso per toccarlo.
Gli spiriti immondi, quando lo vedevano, gli si gettavano ai piedi gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!».
Ma egli li sgridava severamente perché non lo manifestassero.
Meditazione del giorno Beato Giovanni XXIII (1881-1963), papa 
Giornale dell'anima, § 1935-1944

« Lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme e dall'Idumea e dalla Transgiordania...una gran folla si recò da lui »

« Signore, apri le mie labbra e la mia bocca proclami la tua lode » (Sal 51,17). Quando pensiamo che queste parole sono ripetute ogni giorno durante la preghiera del mattino, nel nome della santa Chiesa che prega per se stessa e per il mondo intero, da migliaia e centinaia di migliaia di bocche, aperte dalla grazia così domandata, il nostro sguardo si apre e si completa. Ecco la Chiesa che si presenta, non come un monumento storico del passato, bensì come un'istituzione viva. La santa Chiesa non è come un palazzo che si potrebbe costruire in un anno. È una città immensa che dovrà contenere l'universo intero. « Il suo monte santo, altura stupenda, è la gioia di tutta la terra. Il monte di Sion, dimora divina, è la città del grande Sovrano » (Sal 47,3 Vulg.).

La fondazione, iniziata da venti secoli, prosegue, e si estende per tutta la terra finché il nome di Cristo non sia adorato ovunque. Via via, nuovi popoli ai quali Cristo è stato annunziato esultano di gioia : « I popoli si rallegrano e glorificano la parola » (At 13,48). È bello questo pensiero, è edificante per ogni sacerdote che recita il breviario : occorre che ognuno si impegni nell'edificazione di questa Chiesa santa.

Chi si impegna nella predicazione dica al Signore, in quanto messaggero del suo Vangelo : « Signore, apri le mie labbra e la mia bocca proclami la tua lode ». Chi non è missionario, desideri ardentemente cooperare anche lui al grande compito della missione, e mentre salmodia in privato, solitario nella sua cella, dica anche lui : « Signore, apri le mie labbra ». Infatti, nella comunione della carità, deve considerare sua, ogni lingua che sta annunziando il Vangelo, che è la suprema lode divina.


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