Se dovrai attraversare il deserto, non temere, Io sarò con te.
Se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà.
Seguirai la mia luce nella notte, sentirai la mia forza nel cammino,

io sono il tuo Dio, Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato, ti ho chiamato per nome.
Io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori,

Io sarò con te dovunque andrai.

La storia del Presepio...parte seconda


Tuttavia, attenendoci ai testi sacri, è lecito affermare che il grande santo italiano, ebbe sempre una devozione particolar per Gesù Bambino. Divenuto adulto, mentre si trovava nell'eremo di Greccio (località presso Rieti), verso il 1223, gli venne in mente di rappresentare il mistero della nascita di Gesù per incitare al fervore tutti gli abitanti di quella remota campagna.

Perchè la sua intenzione non fosse disprezzata e ritenuta un atto di leggerezza, domandò prima al Papa il permesso di realizzare i suoi desideri. Ottenutolo, costruì una capanna, v'introdusse un bue e un asino, dispose con  cura la mangiatoia e, ardente di fede, innalzò un'orazione chiedendo a Dio la grazia che potesse scendere dal Cielo il Divino fanciullo. La sua preghiera fu esaudita: nel medesimo istante, Gesù Cristo, sotto l'aspetto di un grazioso bambino, comparve a riposare su quelle paglie, che divennero subito portentose per il risanamento di ogni male su cui venivano applicate.

Diffusasi la notizia del gran prodigio, si universalizzò allora il costume di rappresentare con il presepio la nascita del Redentore. La rappresentazione pittorica e soprattutto plastica della scena del presepio è dunque, di origine prettamente italiana. Tutte le arti figurative in genere hanno dato un loro proprio saggio della scena della Natività, ma è importante notare che per "presepio" s'intende soltanto la rappresentazione plastica occupante una profondità reale, con figure particolari.

Nei secoli scorsi, il presepio ebbe in ogni chiesa francescana il suo culto e la sua venerazione; nelle botteghe dei figurinai, dei madonnari, degli scultori in legno trovò i suoi artisti e i suoi interpreti: da Martino de Simeone che, nel 1400, adornò di magnifici presepi le chiese di Napoli, ai fratelli Pietro e Giovanni Alemanni, a Nicolò dell'Arca, artefici veramente geniali in questo campo.

Anche nell'Italia settentrionale il presepio fu adottato con senso di reverente entusiasmo e venne trattato talvolta da maestri come Guido Mazzoni. Il '700 fu il secolo che segnò l'apoteosi di questa rappresentazione religiosa. Notevoli opere d'arte realizzarono con grazia e bellezza e una vaga aura di regni celesti la scena della nascita del Redentore, soprattutto a Napoli e in Sicilia. Le statuine policrome, fatte prima in legno, vennero sostituite da quelle in ceramica, in terracotta, in gesso e poi in materie plastiche e in vetro.

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