Se dovrai attraversare il deserto, non temere, Io sarò con te.
Se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà.
Seguirai la mia luce nella notte, sentirai la mia forza nel cammino,

io sono il tuo Dio, Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato, ti ho chiamato per nome.
Io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori,

Io sarò con te dovunque andrai.

La preghiera dei figli: Il Padre Nostro

«Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: "Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli". Ed egli disse loro: Quando pregate, dite:
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male» (cf. Le 11, 1-4; Mt 6, 9-13)4
Dice Tertulliano: «l’orazione domenicale è veramente la sin­tesi di tutto il Vangelo. Dopo che il Signore ebbe trasmesso questa formula di preghie­ra, aggiunse: “chiedete e vi sarà dato”. Ognuno può dunque in­nalzare al cielo preghiere secondo i propri bisogni, però inco­minciando sempre con la Preghiera del Signore, la quale resta la preghiera fondamentale».

OSIAMO DIRE: PADRE

Nella Messa, prima della Comunione, la Liturgia ci invita alla recita del “Padre nostro”, premettendo una significativa precisa­zione: “osiamo”! Osiamo, perché? Perché entrando nel mistero trascendente di Dio, siamo consa­pevoli dell’infinita distanza che ci separa da Lui. Non avremmo il coraggio di chiamarlo Padre e di avvicinarci confidenzialmente a Lui se non ci avesse promossi alla dignità di figli e non ci avesse invitati a entrare nel suo dolce e conso­lante mistero! Se osiamo è perché siamo divenuti figli, e, a pregare con noi, c’è il suo Figlio unigenito, col quale siamo divenuti una sola cosa! Se osiamo, è perché lo Spirito Santo grida in noi: “Abbà, Pa­dre”, sostenendo e illuminando il nostro incontro col Padre! Solo Gesù poteva superare la soglia della Santità divina! Solo Lui, che, avendo “compiuto la purificazione dei peccati”, poteva introdurci davanti al Volto del Padre e dirgli: “eccoci, ci sono Io e ci sono i figli che tu mi hai dato”.

Il “Padre nostro” è così “la Preghiera dei figli di Dio”; la pre­ghiera di coloro che, nel Figlio e col Figlio, hanno un audace, confidenziale, gioioso, filiale rapporto, sostenuto dalla certezza di essere amati.

IL PADRE NOSTRO: UNA PREGHIERA DA DIRE E DA FARE

Gesù, dandoci il “Padre nostro”, ha tracciato la via della pre­ghiera. Il “Padre nostro” non e una preghiera “finita”, ma uno schema per pregare. Più che una preghiera già “confezionata”, e una preghiera da sviluppare.
Più che una preghiera da “dire”, è una preghiera da “fare”. Il “Padre nostro” non lo si può solo recitare: bisogna pensarlo, penetrarlo, assimilarlo, perché è tutto un programma di vita. Gesù, insegnandocelo, non ci ha messo solo delle parole sulle labbra, ma ci ha dato dei concetti da sviluppare con le nostre parole. Il “Padre nostro” è la preghiera riservata ai discepoli: “inse­gnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli”. È il distintivo di appartenenza a Lui. Per questo la Chiesa lo consegna solennemente al battezzato. Per questo possiamo dire che è la preghiera del nostro Battesimo! È la preghiera dell”‘uomo nuovo”, che è rinato, in Cristo, alla vita divina, alla vita eterna.

SONO TUO PADRE: NON AVERE PAURA!

O Padre, presente nel cuore di ogni uomo, rivèlati a quanti sono nelle tenebre e nell’ombra di morte, perché nella tua luce riconoscano l’altissima dignità di tuoi figli, da te eternamente scelti, chiamati alla grazia e destinati alla gloria. (19° Colletta per le ferie del Tempo ordinario)

NON AVERE PAURA DI ME
Tutto è stato detto fin qui per illustrare la mia identità: sono il tuo Creatore e il tuo Signore, ma soprattutto sono tuo Padre. Ora ti dico: avvicinati e chiamami col mio vero nome; dimmi con amore la parola che attendo: Papà! Non avere paura, perché non sono estraneo alla tua vita, non sono un “padrone” cattivo, non sono vendicativo, non sono un giudice impietoso e senza cuore: sono semplicemente tuo Padre; e ti amo con un amore dolce, tenero, attento, misericor­dioso, forte… anche se divinamente esigente (cf. Sal 62, 1-10; Sal 16, 11). Se tu sapessi fino a che punto ti amo, non avresti paura! Ti getteresti perdutamente nelle mie braccia. Vivresti nel fidu­cioso abbandono alla mia immensa tenerezza, e non mi lascere­sti un momento. Cercami nel silenzio e nella preghiera. Cercami “nel segreto della tua camera” (cf. Mt 6, 6), nell’inti­mità del tuo cuore. E dopo aver fatto tacere le voci dispersive dell’orgoglio, della ri­bellione, dell’aggressività, degli affanni indebiti, delle evasioni sterili, della superficialità… concentrati su questa parola: Padre.

Ripeti più volte, dolcemente: Padre mio, Dio mio!…

E poi apri la Bibbia e leggi quel che ti dico attraverso Parole scritte tanti secoli fa, ma che sono vive e attuali: per te, oggi, e qui! Non avere paura! Accostati con fiducia e parlami. Raccontami la tua giornata, esponimi i tuoi progetti, i tuoi fastidi, le tue difficoltà…Chi più di tuo Padre può capirti e aiutarti a risolverli? Avvicinati con l’anima semplice con cui il tuo bimbo si avvi­cina a te. È commovente il suo slancio, perché è sicuro di essere amato dal suo papà!

NON AVERE PAURA DEL PASSATO

La vita è breve e, nel suo rapido scorrere, si trascina dietro le cose belle, con tanti nostalgici rimpianti. Tu pensi: poter tornare indietro! Il passato ti affligge per due motivi:

- perché vorresti rivivere una felicità perduta che non torna più;

- perché vorresti cancellare tutta una serie di errori e scel­te sbagliate che, al momento, ti danno solo tormento.

Non avere paura del tuo passato, qualunque esso sia! Anche se ti sei macchiato di colpe gravi, nulla è irreparabile ai miei occhi, perché sono Bontà e Misericordia infinita! Io non amo il tuo peccato, ma amo te; e tutta la mia attenzione non è rivolta a calcolare l’entità del peccato, ma a suscitare in te un salutare
ravvedimento. Mi bastano due cose: l’umile accettazione e il Sacramento della Confessione… Dopo di che, stanne certo, tutto ritorna come prima. Io dimentico sul serio, ti rinnovo la mia piena fiducia, ti faccio completamente nuovo (cf. Ez 11, 19-20). Non avere paura, perché «il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione» (Os 11, 8). Nel perdonare e nel dimenticare io ripongo il sommo trionfo del mio amore,’ perché il mio Figlio “non è venuto per cercare e sal­vare i giusti, ma i peccatori” (cf. Le 5, 32). Che cosa vuoi di più?

NON AVERE PAURA DEL FUTURO

So benissimo che la tua fantasia è tutta protesa verso il futu­ro… e che non ti dà pace! Quanta paura, quante angosce! Invece di vivere in serenità il momento presente, non fai che tormentarti per ciò che sarà domani.
E tutto diventa un problema: la salute, la casa, il lavoro, la vec­chiaia, i figli, i parenti, la politica…Rifletti: ma perché vuoi fasciarti la testa prima ancora che si sia rotta? Come fai a sapere quello che sarà domani, quando ogni evento sarà determinato da fattori oggi imprevedibili e inconoscibili? Non perdere tempo cercando di inoltrarti nel labirinto delle varie combinazioni possibili: il futuro è nelle mie mani.Tu pensa all’oggi. Vivi con impegno e pace ogni ora, come fosse la prima, come fosse l’unica, come fosse l’ultima. Per l’affanno di oggi ti sono vicino con una Provvidenza adat­ta e proporzionata al bisogno. Per l’affanno di domani ti sarò vicino con una Provvidenza ugualmente adatta e proporzionata al bisogno. Il Vangelo ti garantisce questa mia presenza provvidenziale e ti invita a confidare soprattutto in me, che sono tuo Padre (cf. Lc 12, 22-34). E ti assicura che nulla ti potrà mancare se saprai cercare, prima di ogni cosa, “le cose mie” e l’attuazione della mia volontà (cf. Lc 12, 31).

NON AVERE PAURA NELL’ORA DELLA PROVA

Chiamami Padre soprattutto nell’ora del dolore, nel quale non hai che due vie da percorrere:

- una in discesa, che porta alla disperazione e al rifiuto;

- una in salita, che faticosamente ti conduce a me.

Nulla è più importante, nulla è più prezioso nella tua vita della sofferenza accettata con umiltà, sopportata con pazienza, offerta con amore. Io ti sono vicino specialmente in questo duro momento, ma tu forse non lo sai ancora. Ricorda che nella tua vita nulla avviene per caso: tutto è da me per­sonalmente voluto o permesso, e solo per il tuo bene (cf. Rm 8, 28). Non sono quindi estraneo al tuo dolore, che è da me previsto e sapientemente sostenuto da una Provvidenza adatta al mo­mento. Poi, sèntiti personalmente invitato a questa o a quella prova, dal mio Figlio Gesù. È Lui che, staccando la mano insanguina­ta, sceglie un pezzetto della sua croce, e te lo porge, dicendo: “non temere, te lo offro io! Ho bisogno del tuo apporto per completare il mio sacrificio” (cf. Coli, 24-25). “Ho scelto la croce adatta per te e ti aiuterò a portarla. Tutto ti sarà più faci­le se starai con me!”. Chi soffre con me vince sempre. Chi soffre senza di me è solo da compiangere. Quando sei nella prova, non dire più: “come mai, come mai?”, ma piuttosto “Padre, tu lo sai!”. E ne avrai tanta pace!

NON AVERE PAURA DELLA MORTE

Chiamami Padre soprattutto quando pensi alla morte, e hai l’impressione che essa si stia avvicinando. Non pensare al come essa verrà e a ciò che ti attende oltre i confini della vita. Tutto sarà più semplice e bello di quanto tu possa pensare! In quel momento importante ti sarò vicino come non mai: ti accoglierò con l’amore di un Padre che attende da lungo tempo il figlio e per il quale ha già preparato la casa (cf. Gv 14, 2). Allora capirai che ti ho amato con un’intensità di amore che ora non sei in grado di immaginare. Allora capirai perché e a chi saranno servite le tue sofferenze, le tue battaglie, le tue conquiste, la tua complessa vita. E allora mi ringrazierai per averti condotto, fra rischi e peri­coli, all’ambito premio promesso ai figli. Pensa al nostro incontro nella luce! Per questo incontro sei stato creato, hai lavorato, hai sofferto. Verrà il giorno nel quale ti accoglierò, per un abbraccio di gioia, di festa e di amore che non avrà fine. Pensaci con serenità, e offrimi in anticipo l’accettazione della tua morte, unendola fin d’ora a quella del mio Figlio Gesù.

Preparati

- con fede, accettando senza la pretesa di prevedere il dopo;

- con fiducia, credendo che tutto sarà più semplice di ciò che pensi;

- con amore, pregustando nella pace i doni che ti darò!

Non avere paura!

Con la mia Provvidenza ti ho aiutato e ti aiuto a ben vivere.

Con uguale Provvidenza, ti assisterò e ti aiuterò a ben morire.

Se non facessi questo, che Padre sarei?

(dal libro Chiamami Padre di don Novello Pederzini)

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